Ristrutturazione energetica

Ristrutturazione Energetica

Ristrutturare un edificio consente di migliorare le caratteristiche architettoniche ed impiantistiche in modo da ottenere maggiore comfort e qualità per coloro che abiteranno ed usufruiranno di quegli spazi. Una ristrutturazione può comportare costi notevoli ma prevedendo accorgimenti volti al risparmio energetico si può usufruire di incentivi fiscali maggiori, di una diminuzioni dei costi dei consumi e di un aumento del valore di mercato dell’immobile.

Per rendere più efficiente un edificio, si possono effettuare diversi interventi migliorativi relativi a tre categorie principali:

  • isolamento termico dell’involucro edilizio
  • sostituzione e/o efficientamento degli impianti per la produzione di energia (sia termica che elettrica)
  • utilizzo del monitoraggio dei consumi e dell’automazione del funzionamento dei dispositivi

È importante valutare la reale applicabilità ed efficacia degli interventi migliorativi con studi di fattibilità per verificare i requisiti minimi in termini di risparmio energetico e per rispettare i parametri necessari per non perdere le detrazioni fiscali.

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L’involucro Edilizio e gli Impianti

Ogni spazio costruito si rapporta con l’esterno tramite una pelle complessa che si chiama “Involucro“. Una parete, un solaio o una copertura sono elementi costruttivi composti da strati di materiali con caratteristiche differenti che proteggono lo spazio interno dal freddo, dal caldo e dall’umidità. Anche le finestre, capaci di filtrare la luce e l’aria, sono formate da infissi e vetri con particolari caratteristiche coibenti. Un intervento di efficientamento energetico dell’involucro si basa su un’attenta progettazione di questi elementi. Tutto è finalizzato a migliorare le prestazioni energetiche di un edificio riducendo i consumi e garantendo il comfort ambientale.

La coibentazione di più del 25% della superficie esterna lorda dell’edificio, è uno dei tre interventi trainanti del DL Rilancio, che introduce la super agevolazione EcoBonus 110% da detrarre in 5 quote annuali. Per accedervi è però necessario il miglioramento della prestazione energetica dell’edificio di almeno due classi energetiche.

Nel caso in cui non fosse possibile accedere alla detrazione del 110%, è comunque possibile utilizzare l’EcoBonus 2020 con detrazione fiscale al 70-75%, a seconda della qualità dell’involucro.

Isolamento pareti verticali esterne

Per migliorare le capacità di isolamento delle pareti esterne di un edificio si possono adottare diverse soluzioni, a seconda della tipologia di finitura esterna, del costo che si vuole sostenere e di scelte estetiche personali.

Cappotto termico esterno

Parliamo di cappotto termico esterno quando la coibentazione della muratura avviene con pannelli isolanti applicati direttamente in facciata con appositi sistemi di fissaggio e che, successivamente, vengono ricoperti da una rasatura armata e da una finitura a intonaco. È consigliato nei casi in cui l’edificio abbia una finitura esterna ad intonaco, mentre è più invasivo nel caso di cortina a faccia vista. È l’isolamento da prediligere in quanto se sviluppato uniformemente su tutta la superficie e senza interruzioni, è in grado di ridurre le dispersioni termiche verso l’esterno, di controllare la formazione di umidità all’interno della parete e di ridurre notevolmente la formazione di ponti termici.

Nella progettazione del cappotto e nell’esecuzione dei lavori è fondamentale infatti trattare correttamente tutti i ponti termici come i balconi e gli imbotti delle finestre. Lo spessore dell’isolante deve essere deciso in fase di progetto anche in funzione dei limiti di legge in tema di risparmio energetico e per poter usufruire delle detrazioni fiscali.

Il costo può variare molto rispetto al tipo di materiale utilizzato, allo stato dell’immobile, alla possibilità più o meno agevole di installare i ponteggi ma si aggira tra 70 e 120 € al metro quadro.

Per il cappotto termico, è possibile utilizzare l’Ecobonus al 65% o la superdetrazione al 110% del DL Rilancio, ma con i dovuti accorgimenti.

In alternativa, è possibile utilizzare il Bonus Facciata 2020, con la detrazione al 90% senza limiti di spese inglobando nella detrazione anche i lavori di cappotto termico esterno.

Insufflaggio

L’intervento prevede l’inserimento del materiale isolante nell’intercapedine del muro attraverso appositi fori. Possono essere insufflati diversi tipi di isolanti sfusi: i più noti sono la cellulosa, ricavata dalla carta di giornale e l’EPS bianco in palline (polistirene) o in schiuma, ma si possono anche insufflare materiali isolanti di origine minerale, come la perlite, l’argilla espansa, la fibra di vetro in noduli.

L’insufflaggio è consigliato quando si interviene su una singola unità abitativa o, nel caso di interventi condominiali, se non è possibile l’utilizzo del cappotto termico esterno (cortina esterna a faccia vista).

I tempi di realizzazione sono solitamente ridotti e il costo varia rispetto al tipo di materiale utilizzato ma è di solito molto contenuto aggirandosi tra 40 e 70 € al metro quadro.

Con l’insufflaggio è possibile utilizzare l’Ecobonus al 65% o la superdetrazione al 110% del DL Rilancio.

Facciata ventilata

La facciata ventilata, utilizzata principalmente per strutture commerciali o residenziali di nuova generazione, è un sistema composto da un rivestimento esterno rigido, distanziato dalla parete esistente mediante staffe e ancoraggi, al fine di creare un’intercapedine d’aria. Questo sistema rappresenta una delle tecnologie di rivestimento esterno degli edifici più efficace per risolvere le problematiche della protezione dall’umidità e dagli agenti atmosferici e dell’isolamento termico e acustico.

In estate viene sfruttato l’effetto camino, in quanto il sole scalda l’aria presente nell’intercapedine che tende a salire portando via con sé il calore. In inverno, l’intercapedine viene chiusa e l’aria scaldata dal sole forma un ulteriore strato isolante.

Il costo varia principalmente a seconda del materiale e della facilità di posa d’opera tra 120 e 150 € al metro quadro.

Come per il cappotto esterno è possibile usufruire dell’EcoBonus, anche al 110%, o del Bonus Facciata rispettando i limiti di trasmittanza delle strutture.

Qui puoi trovare un esempio ad alta efficienza energetica nZEB con facciata ventilata progettato da EnUp.

Isolamento della copertura

L’intervento di isolamento della copertura cambia a seconda della tipologia di tetto preesistente e può essere utile a creare una barriera continua al passaggio del calore e di controllare la formazione di umidità, muffe o condensa.

Nel caso di un tetto piano il modo più tradizionale di coibentarlo è dall’esterno posando pannelli isolanti al di sotto di quello impermeabilizzante, in modo da proteggere il primo dalle sollecitazioni termiche e meccaniche legate alle escursioni di temperatura esterna ed alle intemperie.

Nel caso di tetto a falda e sottotetto non abitato, di solito l’isolamento avviene applicando pannelli isolanti sul solaio di calpestio o, se il sottotetto è non praticabile, insufflando del materiale isolante (come poliuretano a spruzzo) nel locale.

Infine, nel caso di un tetto a falde e sottotetto abitato, è possibile coibentare mediante l’inserimento di un isolante direttamente sotto le tegole. Questo tipo di intervento richiede la predisposizione di strutture di cantiere relativamente costose come ponteggi e la rimozione del manto di copertura. Risulta quindi conveniente se eseguito all’interno di una manutenzione della copertura già programmata.

Il costo varia tra 80-100 € a metro quadro per l’isolamento dall’interno, 180-200€/mq per l’isolamento dall’esterno, fino ad arrivare a 200-250€/mq per le coperture ventilate.

A livello di agevolazioni fiscali è possibile utilizzare l’Ecobonus al 65% ma, nel caso di contestuale coibentazione condominiale della muratura esterna, la percentuale sale al 70-75% con l’EcoBonus 2020 e al 110% con il DL Rilancio.

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Sostituzione degli infissi

Le finestre rappresentano un ulteriore elemento fondamentale per assicurare l’isolamento termico e acustico. Il materiale dell’infisso più utilizzato è il PVC, in alternativa è possibile adoperare l’alluminio a taglio termico o il legno, ognuno con le sue caratteristiche estetiche e performanti. La seconda scelta è il tipo di vetro. Il vetro singolo oramai non viene più utilizzato perché si è passati al cosiddetto vetrocamera, costituito da due o più lastre di vetro separate da una camera d’aria o gas. L’isolamento termico e acustico varierà quindi a seconda del numero di lastre di vetro presenti e del loro spessore, ma anche a seconda della distanza tra le lastre. Questa intercapedine, con funzione isolante già semplicemente riempita d’aria, migliorerà le sue prestazioni termiche se riempita di un gas nobile, come Argon o Kripton. Infine a seconda della necessità il vetro potrà essere sottoposto al trattamento basso emissivo che permetterà al calore del sole di entrare trattenendo invece il calore interno o a controllo solare, evitando il cosiddetto effetto serra o surriscaldamento.

Il costo per la sostituzione degli infissi varierà quindi a seconda delle caratteristiche termofisiche e dalle dimensioni, ma può aggirarsi tra i 400 e 500€ a metro quadro.

In questo caso è possibile utilizzare il Bonus Casa o l’Ecobonus, entrambi al 50%, ma per poter usufruire di quest’ultimo è necessario un effettivo miglioramento delle prestazioni energetiche. La detrazione per la sostituzione degli infissi può essere trainata al 110% nel caso di contestuale esecuzione (in condominio o, dove possibile, nella propria unità immobiliare) di almeno uno dei tre interventi trainanti DL Rilancio.

La riqualificazione degli impianti

In una ristrutturazione volta al risparmio energetico, svolgono un ruolo fondamentale gli impianti. La loro progettazione e il loro efficientamento permettono di ottenere importanti risparmi sulla bolletta e un ritorno dell’investimento in tempi contenuti, grazie anche alle detrazioni fiscali.

Sostituzione della caldaia

Una delle soluzioni principali che si può adottare, sia per impianti autonomi che centralizzati, è la sostituzione del vecchio impianto per il riscaldamento (e eventualmente per l’acqua calda sanitaria) con una caldaia a condensazione ad alta efficienza. La motivazione principale del risparmio ottenuto in bolletta risiede nella capacità delle nuove caldaie di recuperare il calore dai fumi di combustione e riutilizzarlo. In questo modo si ottiene un rendimento maggiore anche del 15% rispetto a una caldaia tradizionale.

Per quanto riguarda le agevolazioni fiscali, nel caso di impianti autonomi è possibile utilizzare l’EcoBonus al 50%, percentuale che arriva al 65% se si installa anche un sistema di termoregolazione avanzato. Per gli impianti centralizzati la percentuale è pari al 65% con l’EcoBonus 2020, ma sale al 110% con il DL Rilancio, sempre nel caso in cui venga migliorata di due classi la prestazione energetica dell’edificio. L’impianto autonomo per riscaldamento e/o ACS può essere trainato al 110% nel caso di contestuale esecuzione di almeno uno dei tre interventi trainanti del DL Rilancio.

Quì troverai il nostro articolo dedicato alla sostituzione di impianti centralizzati con informazioni utili sulle possibili agevolazioni fiscali.

Impianti a pompa di calore

La pompa di calore è una macchina termica capace di estrarre calore da fonti naturali (aria, acqua, terra) per trasferirla ad ambienti interni e innalzarne la temperatura. Viceversa, nelle stagioni più calde, può invertire il suo ciclo e raffreddare gli ambienti estraendo calore dall’interno e rilasciandolo all’aperto. Gli impianti a pompa di calore sono estremamente efficienti e essendo una tecnologia molto versatile, si può abbinare ad altre tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili, come i pannelli solari termici e fotovoltaici.

Tale versatilità si abbina anche alla possibilità di utilizzare un’unica macchina per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda. La pompa di calore, perdendo drasticamente la sua efficienza ad alte temperature, per il riscaldamento viene associata ai pannelli radianti sostituendo in questo caso la caldaia tradizionale per il riscaldamento e per l’acqua calda sanitaria.

Il costo è estremamente variabile: un singolo climatizzatore a pompa di calore può costare tra i 600 e i 1500 €, mentre un impianto multi-split può arrivare a 6000/7000 €.

A livello di agevolazioni fiscali è possibile utilizzare il Bonus Casa al 50%, il Conto Termico 2.0 erogato dal GSE oppure, nel caso di impianto principale, l’EcoBonus al 65% o il DL Rilancio al 110%. Quest’ultimo può essere utilizzato nel caso in cui la pompa di calore sia in sostituzione dell’attuale impianto centralizzato, anche con l’adozione di un sistema ibrido (pompa di calore + caldaia a condensazione) o se risulta l’impianto principale in un’abitazione unifamiliare o abitazione plurifamiliare con accesso indipendente. Resta sempre necessario in questi casi il salto di due classi energetiche.

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Pannelli solari termici o fotovoltaici

Esistono principalmente due tipi di pannelli solari, quelli fotovoltaici e quelli termici. I primi trasformano l’energia solare direttamente in elettricità, mentre i secondi sfruttano il calore del sole per la produzione di acqua calda sanitaria. L’installazione di questa tecnologia richiede la disponibilità di un ampio spazio esterno dove l’apporto solare sia costante. Il rientro economico può essere molto vantaggioso e il risparmio in bolletta è immediato.

È possibile utilizzare l’EcoBonus al 65% o il Conto Termico 2.0 per il solare termico mentre per gli impianti fotovoltaici spetta il Bonus Casa al 50%.

Nel caso in cui si siano già effettuati interventi a livello condominiale sull’involucro dell’edificio e/o sull’impianto centralizzato è possibile estendere l’aliquota del 110% del DL Rilancio anche ai pannelli solari e fotovoltaici.

Se vuoi ulteriori informazioni o pensi di installare un impianto fotovoltaico nel tuo condominio contattaci.

Il monitoraggio dei consumi e la domotica

Abitare in una casa dotata di un impianto domotico permette di gestire nel modo più efficiente possibile tutte le apparecchiature elettriche e gli impianti, dalle luci al riscaldamento. La riduzione del consumo energetico è data dall’utilizzo intelligente e razionalizzato dell’energia, come l’accensione e lo spegnimento automatico delle luci, il controllo da remoto degli elettrodomestici, la regolazione del riscaldamento in base all’uso effettivo di ogni singola stanza. Un ulteriore utilizzo è legato agli impianti fotovoltaici: collegando l’impianto domotico ai pannelli solari e agli elettrodomestici è possibile programmare l’accensione di quest’ultimi nel momento massimo della produzione di energia, generata gratuitamente dal sole.

Il costo iniziale non è da sottovalutare, ma il ritorno dell’investimento è stimato in circa 7/10 anni.A livello di agevolazioni fiscali è possibile utilizzare l’Ecobonus al 65% senza limiti di spesa. Anche in questo caso, se sono già stati effettuati interventi a livello condominiale sull’involucro dell’edificio e/o sull’impianto centralizzato è possibile estendere l’aliquota del 110% del DL Rilancio anche ai sistemi di domotica.